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May 17, 2021

Situazione dazi, cos'è cambiato con Biden?

Dogana

Il commercio internazionale si erge su rigide regolamentazioni. Una di queste prevede il pagamento dei dazi doganali, che sono delle imposte applicate sul valore di tutti i prodotti importati ed esportati dal Paese che li impone.

Questa regola vale per tutto il mondo, fatta eccezione per i paesi dell'Unione Europea. Per loro, infatti, vige il libero scambio. Vale a dire che ogni Paese dell'UE non deve pagare alcun dazio se importa od esporta dei prodotti tra gli stai membri.

Tuttavia, devono comunque pagare i dazi verso i paesi che non fanno parte dell'UE, come succede, ad esempio, tra l'Italia e gli Stati Uniti. Da quando il nuovo Presidente americano Biden è salito al governo, però, qualcosa è cambiato. Si è arrivati a parlare di "pace dei dazi", vediamo allora di cosa si tratta e che ripercussioni ha avuto sull'Italia.

La pace dei dazi, di cosa si tratta?

Joe Biden, 46º Presidente degli Stati Uniti d'America, non appena ha messo piede nella Casa Bianca ha trovato davanti a sé molti scenari su cui dover mettere mano. Uno di questi, ha riguardato la risoluzione di un conflitto commerciale durato 17 anni: il contenzioso Airbus-Boeing.

La vicenda

In breve, nel 2004, il costruttore europeo di aeromobili Airbus, si impone come primo produttore nel mondo. La storica rivale americana Boeing, però, punta il dito contro i sussidi che il consorzio europeo ha ricevuto sin dagli anni '70, segnalando un flusso illegale di denaro pari a 22 miliardi di dollari. L'Europa risponde puntando a sua volta il dito contro gli aiuti americani, che sono stati comunque pari a 23 miliardi di dollari. Insomma, ci si era addentrati in una sorta di "occhio per occhio, dente per dente".

Alla fine, però, il WTO (World Trade Organization, cioè l'organizzazione mondiale del commercio) stabilisce che sia EU che USA hanno ricevuto aiuti illegali. Airbus attraverso il supporto di programmi di lancio dei velivoli, Boeing nella forma di contratti pubblici per sgravi fiscali. Gli USA hanno visto crollare le proprie quote di mercato a causa degli aiuti illegali che ha ricevuto l'UE. Così, il WTO, per risolvere la situazione ha quantificato le tariffe che gli USA possono imporre, in via legittima, all'UE per risollevarsi.

Alla fine, è stata concordata una cifra di 7,5 miliardi di dollari. Nel frattempo, a Washington, dove presenziava ancora George W. Bush, nel mirino degli elenchi erano già finite le merci più disparate e, tra queste, vi erano specialmente i prodotti agroalimentari italiani.

Dopo questa decisione, la Coldiretti (Confederazione nazionale dei coltivatori italiana) ha aggiornato il conteggio del possibile impatto sul nostro export e ha stabilito che il conto più salato lo avrebbero pagato i produttori di salumi e formaggi.

I dazi USA colpivano le esportazioni agroalimentari Made in Italy del 25%, per un valore di circa mezzo miliardo di euro. I prodotti finiti nella lista nera sono stati: formaggi tra cui Grana Padano e Pecorino, poi crostacei, molluschi e ancora agrumi, succhi e liquori.

Il nuovo accordo

Come si anticipava, Biden, sul fronte commerciale si è ritrovato in questo contesto. In realtà, a peggiorare la situazione era anche stata la Presidenza di Donald Trump. Infatti, aveva stretto i rapporti commerciali tra USA e UE in un braccio di ferro, ignorando le richieste europee che miravano ad un'intesa e preferendo cavalcare la sua guerra commerciale. La sua rigidità aveva condotto all'imposizione di dazi pari al valore di 11,5 miliardi di dollari.

Fortunatamente, l'arrivo di Joe Biden ha sistemato questi contrasti. Attraverso una telefonata con la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, i due leader hanno finalmente sancito la pace commerciale tra Stati Uniti ed Unione Europea, sospendendo ogni tariffa relativa alle controversie Airbus-Boeing su aeromobili e prodotti non aerei, per un periodo iniziale di 4 mesi.

Il motivo per cui si ha scelto di iniziare con una sospensione di soli 4 mesi deriva dal fatto che questo periodo deve servire come "prova", per poi trovare un accordo definitivo. Quindi, le intenzioni tra USA e UE sono le migliori, poiché quest'atto rappresenta l'inizio di un nuovo capitolo all'insegna dell'armonia atlantica e nel rispetto del multilateralismo. Infatti, secondo Coldiretti, questo accordo porterà ad una corsa ai prodotti nostrani per riempire i magazzini con scorte di prodotti Made in Italy. Ora, vediamo più nel dettaglio che ripercussioni ha avuto l'Italia dopo la pace dei dazi.

Pace dei dazi, cosa cambia per l'Italia?

Il banco di prova di "soli" quattro mesi rappresenta a tutti gli effetti un ottimo auspicio per l'export italiano. Infatti, per il fatto che si è imposto un limite di tempo, gli USA si affretteranno per fare rifornimento e importeranno dall'Italia più prodotti contemporaneamente. Quindi, la moratoria di 4 mesi sui dazi aggiuntivi del 25% ha fatto realmente schizzare gli ordini di tutti quei prodotti illustrati in precedenza, che erano finiti nella lista nera. Ora, grazie al nuovo accordo, saranno i primi a ripartire.

Non finisce qui. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha evidenziato che sembrerebbero esserci le condizioni per un nuovo record storico relativo alle esportazioni agroalimentari italiane negli USA. Non ci si deve dimenticare, inoltre, che nel campo di cibi e bevande Made in Italy, gli USA rappresentano il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari.

Nel 2020, l'export ha fatto guadagnare quasi 5 miliardi di euro nonostante l'emergenza Covid, rappresentando una crescita del 5%. I formaggi, già citati in precedenza, sono stati il prodotto alimentare più colpito dalle conseguenze della pandemia nel 2020, arrivando a segnalare un crollo di esportazioni del 20%. Invece, adesso, grazie all'accordo con Biden, saranno i primi a beneficiare dello stop ai dazi.

In altre parole, prima dell'accordo, i dazi colpivano le esportazioni agroalimentari Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come: formaggi, salumi, crostacei, liquori, agrumi e succhi. Grazie alla pace dei dazi, ora, la produzione ed esportazione di questi beni potrà riprendere e rifiorire con una notevole spinta e, quindi, con molta più facilità.

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