Scritto il
March 1, 2021

La sfida dei vaccini anti Covid: Logistica, trasporto e distribuzione

Logistics

Pfizer è una delle più grandi ed importanti multinazionali farmaceutiche americane. Sviluppa e fornisce vaccini più di 200 milioni di vaccini a più di 165 paesi al mondo ogni anno, in modo affidabile ed efficiente.

Quest’anno, Pfizer è riuscita in una sfida incredibilmente ardua: la realizzazione del vaccino anti Covid-19. Ma non solo, la multinazionale americana si è mossa sin da subito per garantire tempi di consegna incredibilmente bassi a fronte di un trasporto sicuro, che non compromettesse l’efficacia dei vaccini.

Vediamo dunque quali sono stati gli step realizzati da Pfizer con lo scopo di portare il vaccino anti Covid in tutto il mondo.

Ecco come avviene il trasporto dei vaccini anti Covid

come trasportare vaccini anti covid

Come prima cosa, è bene sottolineare che la multinazionale americana prenderà decisioni per la distribuzione del vaccino insieme ai governi dei paesi che li necessitano. In una prima fase, quindi, Pfizer studierà i canali di distribuzione dello Stato nel quale dovrà effettuare il trasporto.

In ogni caso, i vaccini verranno poi trasportati presso i punti di vaccinazione prioritari, come gli ospedali, le cliniche ambulatoriali e le farmacie. L’intera logistica è stata sviluppata in ogni singolo dettaglio, attraverso degli strumenti appositi che garantiscono la conservazione del vaccino.

Le fiale partiranno dal suolo americano congelate, inserite all’interno di contenitori termici a temperatura controllata. L’elemento chiave del trasporto dei vaccini anti Covid è il ghiaccio secco, che consente il mantenimento di una temperatura a -70° fino a 10 giorni consecutivi, con la garanzia che i contenitori non vengano mai aperti.

Le spedizioni destinate all’Europa avverranno via aerea presso i principali hub all’interno del paese. Per quanto riguarda l’Italia, quindi, i container con i vaccini arriveranno a Roma, per poi essere distribuiti in tutto il resto delle regioni. Questa seconda fase, comunque, interessa il nostro governo, e non più Pfizer.

Prima di arrivare nella capitale italiana, i vaccini percorrono 7,574 chilometri, partendo da Kalamazoo, in Michigan, dove ha sede la produzione delle fiale. In alcuni casi, però, secondo quanto pubblicato sul sito ufficiale Pfizer, verrà utilizzato anche il secondo centro di distribuzione, a Pleasant Prairie in Wisconsin.

Anche in questo caso la distanza rimane comunque importante, poiché si parla di 7,708 chilometri. Per quanto riguarda il territorio americano, invece, la multinazionale si è mobilitata anche per il trasporto su gomma.

Cosa succede dopo il trasporto?

Durante il trasporto dei vaccini anti Covid, dunque, l’aspetto essenziale è il congelamento delle fiale. Ma che cosa succede una volta che l’aereo atterra?

Una volta che i container con i vaccini saranno arrivati all’hub del paese di destinazione, si dovranno osservare delle regole ben precise. Questa fase, infatti, è importante tanto quanto il corretto trasporto dei vaccini, poiché è quella che ne assicura l’efficacia sul lungo termine.

Ad ogni modo, la multinazionale farmaceutica americana ha dichiarato che ci sono tre opzioni che possono essere utilizzate per il mantenimento dei vaccini. La prima riguarda l’utilizzo di congelatori a bassissima temperatura in grado di prolungare la durata di conservazione fino a sei mesi. Questi sono facilmente reperibili, poiché disponibili in commercio.

La seconda opzione, invece, concerne l’utilizzo dei container termini Pfizer attraverso i quali vengono trasportati i vaccini. Questi contenitori, infatti, possono essere utilizzati come unità di stoccaggio temporaneo, a patto che vengano riempiti con il ghiaccio secco ogni cinque giorni. Il tempo massimo di stoccaggio previsto è di un mese. Allo scadere dei 30 giorni i vaccini potranno essere esposti a temperature superiori (2°-8°), ma per cinque giorni.

La terza ed ultima opzione è quella già presente negli ospedali: le unità di refrigerazione. In questo caso il vaccino verrà mantenuto ad una temperatura compresa tra i 2° e gli 8°, ma solo per cinque giorni. Dopo questo breve lasso di tempo i vaccini non potranno più essere ricongelati o sottoposti alle temperature originarie.

Cos’è il ghiaccio secco?

Il ghiaccio secco, noto anche come dry-ice, è la sostanza che viene utilizzata all’interno dei contenitori dove vengono inseriti i vaccini. La sua funzione è quella di garantire il mantenimento della temperatura corretta, ovvero -70°.

Si distingue da qualsiasi altro materiale ghiacciato o refrigerante poiché costituito da CO2 (anidride carbonica). Il motivo per cui viene chiamato “secco” è molto intuitivo: nel caso in cui si presentassero situazioni di pressione standard, il ghiaccio passerà dallo stato solido a quello gassoso senza trasformarsi in acqua.

vaccini covid ghiaccio secco

Questo processo viene definito come stato di sublimazione e costituisce un’innovazione di cui le aziende di trasporti, oltre a Pfizer, non potrebbero più fare a meno neanche per le spedizioni alimentari. Il ghiaccio secco, infatti, vanta un enorme vantaggio: non lascia residui di umidità.

Inoltre, queste sue caratteristiche risultano essere comunque molto sicure, poiché il ghiaccio secco non è né un conduttore elettrico, né una sostanza infiammabile. Tuttavia, per maneggiarlo è necessario essere muniti di appositi guanti o protezioni. Difatti, dal momento che la sua temperatura è -78°, potrebbe provocare gravi ustioni da freddo.

Allo stesso tempo, l’utilizzo del ghiaccio secco all’interno dei contenitori richiede la realizzazione di un imballaggio apposito, che consenta lafuoriuscita del gas nel caso in cui la pressione diventasse eccessiva.

Il problema che si teme si potrebbe presentare è la carenza di questo particolare ghiaccio, specie per i luoghi che dovranno ospitare le dosi dei vaccini. Ecco perché, società americane come quella di UPS Healthcare si è messa in prima linea a produrre il ghiaccio secco.

In questo modo riesce a fornire un supporto importante alla catena di stoccaggio e trasporto dei vaccini anti Covid, rispettando le norme richieste da Pfizer. Allo stesso tempo, l’aumento della produzione del dry-ice consente a UPD Healthcare di distribuirlo alle strutture che dovranno fornire le vaccinazioni (punti di cura, cliniche ambulatoriali, ospedali ecc.).

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