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June 25, 2021

Ripresa delle esportazioni cinesi a rischio: La crisi dei container

All Shipments

A fine maggio di quest'anno, la Cina meridionale (e di riflesso la Cina intera) ha dovuto affrontare un ulteriore ostacolo legato al Covid-19. Infatti, più di 150 persone sono risultate positive ad una nuova variante del virus, chiamata Delta.

I danni sul commercio marittimo sono stati imminenti. Questo settore, già colpito più volte da rallentamenti e blocchi, ha dovuto affrontare ancora una volta la stessa storia. Nuovi ingorghi, nuovi blocchi e nuove difficoltà. Vediamo quali.

Nuova crisi dei container nella Cina meridionale: Cosa è successo

Il nuovo focolaio accesosi nella Cina continentale meridionale ha provocato lo stesso effetto domino delle precedenti ondate pandemiche. Molta gente si è ammalata, e ciò significa che vi era a disposizione meno personale per svolgere la stessa quantità di lavoro. Di conseguenza, il lavoro si è accumulato ed ha innescato inevitabilmente dei ritardi. Senza contare poi le nuove restrizioni messe a punto dalle autorità che hanno limitato la capacità di lavoro nei porti.

Questo è esattamente ciò che è successo nelle prossimità di Shenzhen, dove si trovano alcuni dei più importanti porti commerciali cinesi: quello di Yantian e quello di Shekou. A Guangzhou, invece, si trova il porto di Nansha. In particolare, dapprima si è bloccato il porto di Yantian e poi, anche gli altri. Ad ogni modo, le grandi navi cargo provenienti da tutto il mondo hanno iniziato ad ingorgarsi e a provocare un effetto a catena di problemi.

Il primo tra questi è stato dato dal blocco del porto di Yantian, nonché uno dei più grandi centri di smistamento merci dell'intera Cina. Le navi, si erano dirette lì per fare rifornimento di container. Purtroppo, però, non è stato possibile. Ecco allora il primo ostacolo (già verificatosi in precedenza): la mancanza di container.

Le conseguenze

Dopo che le dinamiche sono diventate chiare a tutti, la maggior parte delle compagnie di spedizioni che partivano dalla Cina hanno avvertito tempestivamente i rispettivi clienti, comunicando che ci sarebbero stati dei ritardi certi. Il Maersk, il più grande armatore di navi mercantili al mondo di origine danese, si è trovato costretto a rifiutare 64 commissioni poiché i ritardi dovuti al blocco dei porti era aumentano di ben 16 giorni.

Ecco qualche dato:

  • Il porto di Yantian ha subito un calo di importazione di container vuoti del 19%;
  • Il porto di Nansha del 16%;
  • Il porto di Shekou un drastico calo del 30%.

In realtà, considerando che le stesse dinamiche si erano già presentate l'anno scorso, per questa nuova ondata si sono avuti i giusti strumenti per fronteggiarla. Purtroppo, però, quest'anno c'è un'altra aggravante: l'ulteriore aumento delle tariffe di container, già alzatesi nelle ondate precedenti.

Crisi di container e la ripresa delle esportazioni

Dopo la crisi del Covid, molti Paesi sono riusciti a riprendersi economicamente. Di conseguenza, hanno alzato la domanda di trasporto marittimo che, però, non è riuscito a compensare con la giusta offerta. Pertanto, i costi sono aumentati vertiginosamente diventando sempre più proibitivi.

Non finisce qui. Infatti, sembra che le cose possano peggiorare ancora. Ricordando il recente avvenimento del blocco del canale di Suez, l'esperto di trasporto marittimo danese Lars Jensen sostiene che i container fermi nei porti della Cina meridionale hanno superato quelli che si erano fermati in Egitto.

Più precisamente, considerando l'unità di misura del trasporto dei container TEU, si è calcolato che durante i 14 giorni del blocco in Cina, non hanno viaggiato circa 357.000 TEU; durante i 6 giorni del blocco al canale di Suez, invece, non hanno viaggiato 330.000 TEU.

In che modo questa situazione influisce sulle esportazioni?

Oltre ai ritardi nelle spedizioni, alla carenza di container e all'aumento delle tariffe di trasporto, in questo contesto si aggiunge anche l'incremento dei prezzi delle materie prime, dei semilavorati e dei prezzi marittimi. (Un nolo da Shanghai a Rotterdam arriva a costare più di 10.000 dollari e per i porti dell'East Coast americana si parla addirittura di 17.ooo dollari).

Inoltre, la Cina è riuscita a riprendersi economicamente prima rispetto alle altre nazioni. Però, queste non sono riuscite (e non riescono) a stare al passo della sua offerta di mercato poiché bloccate ancora dalle limitazioni create per combattere la pandemia.

Come se non bastasse, durante le vacanze del Capodanno lunare, le autorità cinesi hanno chiesto ai loro cittadini di continuare a lavorare e questo ha condotto inevitabilmente ad un aumento della produzione. Di conseguenza, per la Cina non è stato possibile modulare la capacità di trasporto delle merci come di consueto.

Tutte queste condizioni hanno fanno sì che gli esportatori cinesi si trovassero (e si trovino) in difficoltà. Questo perché adesso si ritrovano con moltissima merce da spedire, ma senza la possibilità di farlo perché non trovano container disponibili. Inoltre, l'allungamento dei tempi di controllo e la carenza di personale rallentano ancora di più il ritorno dei container vuoti dai porti europei e americani.

In conclusione

In altre parole, a causa del Covid la Cina è stata la prima a crollare ma anche la prima a risalire. Tuttavia, è stata vittima di più attacchi pandemici che non le hanno permesso di riprendersi in modo lineare. Nel frattempo, anche gli altri Paesi del mondo iniziavano a subire i primi attacchi.

Nel mondo delle spedizioni internazionali, i problemi si sono rovesciati sul trasporto di container, nonché i principali responsabili del trasporto di merce globale. I porti hanno affrontato diversi blocchi e ingorghi e le navi cargo non riuscivano a scaricare la merce e, di conseguenza, non potevano liberare i container per farli tornare indietro vuoti.

La domanda di container è aumentata moltissimo, e l'offerta è drasticamente diminuita. Dopo il blocco del canale di Suez, che ha avuto rovesciamenti sul commercio globale, la Cina è stata colpita da un nuovo focolaio pandemico che ha assediato i suoi principali porti commerciali.

Il risultato è stato un continuo accumulo di merce e l'impossibilità di poterla spedire a causa della mancanza di container e di tariffe di trasporto troppo alte, influendo negativamente sulle esportazioni cinesi.

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